Attratto dalle forme e dall’animo umano, le suggestioni postcubiste presenti nei lavori pittorici sembrano muovere dalla volontà di destrutturare e ricostruire dinamicamente il reale, acquisendo un sapore lirico e di introspezione psicologica che mira all’emozione. È sempre all’emozione che punta la produzione scultorea. Affascinato dal tema della maternità, della creazione, ne sviluppa le sfumature attraverso le gradazioni e le possibilità del legno, in particolare di ulivo, che è divenuto il suo materiale di elezione. L’elemento dinamico presente nei lavori pittorici, si ritrova nelle sculture, figure aerodinamiche ed essenziali, che tendono ad una dimensione spirituale e alla purezza delle forme.

 

Dott.ssa Diana Cardaci

critico d'arte 


Armoniose composizioni che sono un inno alla creatività

 

 L'arte di Angelo Colangelo si declina tra figurazione e astrazione. Artista eclettico si cimenta con esaltanti risultati sia nella pittura che nella scultura. in questi anni ha maturato un linguaggio espressivo che risente degli influssi del post-cubismo e del futurismo e che per questo in pittura è divenuto la sua cifra stilistica che rende la sua opera immediatamente riconoscibile. Mentre in ambito scultoreo, si diverte nello sperimentare le potenzialità espressive del legno che viene modellato in suadenti maternità in cui egli ricerca il grado zero della forma. l'artista modella le proprie creazioni in armoniose composizioni che sono un inno alla creatività e alla crescita spirituale. La purezza delle forme e delle soluzioni compositive che egli raggiunge in ambito scultoreo, l'essenzialità esecutiva che caratterizza i lavori di Angelo Colangelo, mostra come sia possibile liberarsi di tutto ciò che è superfluo e non importante, superando gli ostacoli che impediscono una visione chiara del mondo, e ritrovando la piena consapevolezza del proprio vivere. si tratta di modellazioni plastiche di stampo purista, dalla poetica vitalità alla soglia dell'astrazione. Le sue composizioni rivelano la sensibilità estetica di un maestro della scultura, che ben sa interpretare la materia coinvolgendo in modo mirabile l'osservatore. egli possiede la capacità di interpretare e valorizzare il movimento nel tempo e nello spazio sia che si tratti di pittura che di scultura, dandoci sempre la possibilità di seguire il suo percorso artistico e di comprendere il messaggio sotteso a ogni opera. abilità e ricercatezza formale caratterizzano quindi il bello operato di Angelo Colangelo.

 

 Dott.ssa Serena Carlino

critico d'arte

(da MYART, International web magazine - 2017)

  Un maestro dal gesto pittorico delicato

 

Angelo Colangelo riesce con naturalezza a spaziare dalla scultura alla pittura, senza mai perdere la profonda qualità artistica che lo contraddistingue. Le sue opere indagano l'animo umano, guardano dentro i cuori e gli sguardi per restituire al pubblico immaginifiche memorie. Il sentimento come motivo conduttore di una pittura alle volte naif, alle volte surreale e altre volte che gioca con la geometria ricordando un timido tentativo di cubismo, peraltro ben riuscito. La sovrapposizione dei colori come fossero lenti fotografiche, crea dei giochi tonali di suggestiva bellezza che sono fondamentali per la riuscita tecnica ed emozionale dell'opera stessa. un forte dualismo è sempre presente a ritmare l'opera, cadenzandone il ritmo verso una melodia esistenziale, dove l'astratto della mente diventa concreto attraverso la pittura.

 

Paolo Levi

critico d'arte

(da MYART, International web magazine - 2017)

 

   Il pittore Colangelo contemporaneo e avvincente artista

 

    E' dotato di un piglio pittorico di estrema personalità. Tra il figurativo e l'informale passando per il cubismo, le sue opere sono un concentrato di sperimentazione, che altro non dimostra se non la raffinata, e soprattutto accurata, ricerca dell'artista che sfocia infine in lavori colti e allo stesso tempo assolutamente originali e attuali. L'anacronismo delle sue opere è evidente, un tempo assente per lasciare che l'opera sia focalizzata interamente sul fulcro della tematica, sia essa un ritratto, sia essa un dittico che mostra due facce della stessa medaglia. guardare i suoi dipinti è come guardare con i suoi occhi, a quel mondo che riguarda la sfera emotiva umana, è come riuscire a dare volto, colore e forma a un'idea, un pensiero, una pulsione. pennellate morbide accompagnate da schematiche geometrie e giochi di sfumature costituiscono il leit motif della sua produzione.

 

Sandro Serradifalco

critico d'arte

(da MYART, International web magazine - 2017)

 

 

    Angelo Colangelo continua a regalarci momenti di altissima arte...

 

  ...mantenendo di tutto diritto la sua presenza tra gli artisti contemporanei più validi degli ultimi decenni. Le sue costruzioni immaginifiche, i suoi schemi pittorici e cromatici, trovano la loro massima espressione nel cubismo e nell'astrattismo, correnti che lo hanno prima ispirato e poi influenzato nella creazione, pennellata dopo pennellata, dando vita così piano piano, al suo stile finale, inconfondibile e di grande pregio estetico. La ricerca pittorica di Colangelo parte da un assetto più formale per poi mutare e approdare a ciò che oggi è un nuovo cubismo, una nuova astrazione della realtà che il maestro ricostruisce pezzo per pezzo dandogli nuova forma. L'analisi della realtà e delle condizioni psicologiche dell'essere umano in relazione alla vita di ogni giorno e alla natura, è un passaggio obbligato della sua arte che precede la distruzione delle stesse, prima di un riassemblaggio che trova la sua conclusione nei dipinti di Colangelo.

 

Sandro Serradifalco

critico d'arte

 

(da MYART, International web magazine - 2017)


(da una poesia di mio figlio Francesco) 

 

Pensieri di fronte al nudo scultoreo                                            

 

...Ma l’arte paterna di morbide forme

Tra i vuoti magistralmente ricavate

E i pieni del colorato ulivo,

Tàcita mi promette il regno del bello

D’estetica sublime emozione fatto..

Religiosamente puro.

Adesso la vera verità è donna!

Quel feto nel lavorato legno

E’ il dolore cosmico che nasce…

 

D’amore intensamente si vive

E poi la croce sulle spalle si muore.

 

Rocca di mezzo (AQ),

lì 6.III.1999

(per gentile concessione dell'Associazione culturale PromArte

( www.promarte.it

Dott.ssa Diana Cardaci

Critica ed economista dell’Arte

 

Angelo Colangelo

     Un viaggio all’interno delle materie pittoriche e scultoree alla ricerca della perfezione della forma. Angelo Colangelo ci accompagna fin dalla prima fase di intensa produzione pittorica in una riflessione sulla forma e sull’esistente. Cos’è la realtà? Quali sono i suoi confini? Il limite, una linea di demarcazione che attraversa i volumi e gli oggetti rappresentati nella storia dell’arte che prende le sembianze di contorno, sia esso netto, sottilmente lineare, oppure confine che emerge dai volumi, oppure ancora frastagliato o addirittura vaporizzato, se non “pixelato”. Molteplici modalità per tradurre ciò che è sempre stato in fin dei conti un margine incontrovertibile.

La rivoluzione cubista invece relativizza il reale, mette in dubbio i confini, si interroga proprio su quel margine che fino a poco prima era quasi inopinabile. Riesce ad allontanarsi dalla rappresentazione verosimile della realtà offrendo ai nostri occhi la contestuale moltiplicazione del punto di vista. Squaderna i confini, frammenta i volumi, i visi sono destrutturati in una gemmazione sfaccettata di lati e angoli e scorci. I corpi e gli oggetti sono invorticati in una destrutturazione che si propone di cogliere il loro tutto, la loro presenza dinamica, facendo sfarfallare i contorni. È una operazione che punta alla radice del visivo e in questo processo di distaccamento dal verosimile, l’artista si avvicina clamorosamente al reale. L’intento dell’avanguardia infatti non è tradurre in linguaggio pittorico la realtà così come essa appare e così come è stato fatto dalla tradizione della storia dell’arte fino allo schiudersi del XX secolo, bensì trascrivere la realtà così come essa è percepita e ricostruita dalla mente. Si rintracciano in questa tendenza le filosofie, gli slanci e i turbamenti dell’inquieta modernità, trasposte nei codici dell’arte visiva. Si tratta infatti di un’arte avanguardistica che invece di assecondare la consuetudine degli stilemi figurativi, mette in dubbio ciò che vediamo e il modo in cui lo rappresentiamo.

È da questa rivoluzione che moltiplica la prospettiva e si orienta verso il cuore della figurazione che Angelo Colangelo si muove. Consapevole di queste conquiste, l’artista e scultore molisano indirizza parte della sua produzione pittorica. Ma il suo non è solo un omaggio alla grande avanguardia cubista, è una sua reinterpretazione e un superamento. Angelo Colangelo è profondamente affascinato dal discorso attorno alla forma, ma allo stesso tempo focalizza la sua ricerca sull’osservazione dall’animo umano. Le sue opere infatti oltre a essere spinte dalla volontà di destrutturare e ricostruire dinamicamente il reale, acquisiscono un sapore lirico e di introspezione psicologica che mira all’emozione. Emozione che trova la sua forza nell’approccio poetico, che smorza l’attitudine analitica e riscalda la freddezza di una operazione quasi puramente mentale, ne sono prova le scelte

cromatiche. I colori infatti sono protagonisti e voce armonica di una profonda conoscenza del linguaggio emotivo e delle vibrazioni dell’animo.

A partire da questa propensione si possono interpretare le opere di Colangelo che non rispondono strettamente allo stile delle suggestioni postcubiste. In questa direzione procede grande parte del lavoro dell’artista molisano che pone l’accento su forma e colore e si concretizza in una oscillazione tra la figurazione essenziale all’astrattismo quasi assoluto, seppur con echi geometrici. Troviamo volti che emergono da pochi tratti e che vivono di vita propria, restituendo il proprio carattere, le proprie paure e incertezze, allo stesso modo siamo posti di fronte a scenari di luce e colore in cui la figurazione perde il passo nei confronti della forza di una emozione che si fa assoluta, che perde i contorni per farsi pura esplosione di linee e splendore. Ciò che abbiamo di fronte è una indagine che costantemente è caratterizzata da un moto di avvicinamento e allontanamento. È vicina, vicinissima quando affronta i microcosmi personali, accarezza i dettagli e le sfumature emotive delle nostre vite e allo stesso tempo si spinge lontanissimo, si appoggia sulla soglia del cielo quando allarga l’orizzonte verso gli spazi cosmici e i motivi della creazione, della vita stessa che irradia di colore e luce l’esistente.

Soffermandosi sul tema della creazione e sulla attenzione mai sopita verso la ricerca attorno alla forma ci si può avvicinare e comprendere l’altra parte del mondo artistico di Angelo Colangelo: la scultura. Un corpus di lavori che sono sintesi ed evoluzione delle premesse pittoriche, infatti seguono temporalmente queste ultime, raccogliendone gli spunti.

Sebbene si colga chiaramente una continuità con il percorso precedente, tuttavia Colangelo opera uno scarto enorme rispetto alla produzione pittorica sotto vari aspetti.

Innanzitutto sovverte l’utilizzo del colore, infatti dal fiorire cromatico delle opere pittoriche, nel caso della scultura diventa nero monocromo, nero che sembra essere un precipitato della vasta varietà cromatica utilizzata in precedenza, oppure il colore viene annullato totalmente. Un annullamento che volge in favore del materiale d’elezione di Colangelo, il legno d’ulivo. Sembra che l’artista abbia voluto in questo modo fare tabula rasa del colore inteso come possibile divagazione e distrazione nei confronti della forma. Quest’ultima diventa infatti la protagonista assoluta, incarnandosi in un legno che ha un sapore di terra e suggerisce un rapporto millenario con i luoghi, un materiale di storie e racconti biblici, che lascia intravedere mani e strumenti che lavorano le sue carni e ne raccolgono i frutti dalla notte dei tempi. L’ulivo, con il suo portato culturale, si presta perfettamente a realizzare la volontà di cogliere il reale nelle sue miriade di facce, diventando esso stessa reale, acquisendo dimensione oggettuale. Oggetti scultorei in cui la suggestione di una antichità immemore traspare anche nei soggetti e nelle tematiche

affrontate, che richiamano l’atto stesso della creazione, la maternità. Maternità che attraversa la storia dell’uomo e il mistero magico della vita a cominciare dalle divinità femminili e madri alle rappresentazioni cristiane della maternità, in un percorso lungo secoli che sprigiona lo stesso fascino ancestrale per l’atto assoluto della vita e della creazione. Un assoluto rappresentato da Colangelo in forme che tendono all’ovale, che chiudono un cerchio di perfezione e si autoconcludono, lisce e piene come delle promesse. Questa circolarità pasciuta e serena viene invece superata nei lavori più recenti, che raccolgono in modo più evidente la suggestione postcubista. L’artista molisano infatti apre la forma, la frammenta, la fa vibrare. Ciò che prima era chiuso in un mistero perfetto, ora si mette allo scoperto nella sua irregolarità e imperfezione. Sono lavori che sprigionano un dinamismo intrinseco, che carica di tensione sia visiva sia emotiva le opere. Corpi scultorei in cui forma e emotività sono in totale simbiosi, l’una si traduce nell’altra, in un rapporto che tende inarrestabile verso una dimensione spirituale di forme pure.

Dott.ssa Diana Cardaci

Critica ed economista dell’Arte



Presentazione del Dott. Lorenzo Manso in occasione della mostra personale nei locali della Scuola elementare nell'estate del 1990.